PROGETTI/ESPERIENZE
PROGETTI / ESPERIENZE
LA CHIRURGIA MINI INVASIVA DEL PIEDE
Testo a cura del Dott. Flavio Cividini
La chirurgia mini-invasiva del piede, nasce nei primi anni 90 negli Stati Uniti. Rapidamente si diffonde in Europa, soprattutto grazie al contributo scientifico del Dott. De Prado.
La chirurgia mini-invasiva del piede permette la correzione di deformità e disturbi di avampiede e retropiede, effettuando solo piccoli forellini di circa 2-3 mm, senza le classiche incisioni chirurgiche. Si avvale di uno strumentario dedicato e del supporto della radioscopia intraoperatoria.
I vantaggi di sottoporsi a questa pratica sono molteplici:
- netta riduzione del dolore post-operatorio
- cicatrice chirurgica puntiforme
- recupero precoce della deambulazione
- ridotti tempi chirurgici
- minore rischio di complicanze post operatorie rispetto alle tecniche convenzionali
E' indicata per pazienti che soffrono di :
- alluce valgo
- metatarsalgia
- dita en griffe
- neuroma di Morton
- bounionette
- sperone calcaneare e fascite plantare
- conflitto calcaneo-achilleo
VEDIAMO NELLO SPECIFICO ALCUNI CASI
ALLUCE VALGO
L'alluce valgo è una deformità assai comune, caratterizzata da deviazione dell'alluce verso l'esterno con importante tumefazione della articolazione metatarso-falangea.
Causa dolore e conflitto con le calzature, con difficoltà alla deambulazione nei casi più gravi. Le cause sono spesso genetiche e costituzionali e sono accentuate dall'utilizzo di calzature scorrette (tacco alto e punta stretta). E' maggiormente colpita la popolazione femminile oltre i 40anni.
Con apposite frese del diametro di pochi mm si procede all'asportazione dell'esostosi mediale (la cosiddetta cipolla) e si procede poi ad adeguate osteotomie correttive, cioè a tagliare l'osso per correggere la posizione. Non è necessaria la fissazione con mezzi metallici, quali viti o cambre, per la stabilità intrinseca di queste sezioni ossee.
Grazie alla chirurgia mini invasiva la correzione viene effettuata attraverso 2 o 3 fori di circa 2mm e l'intervento dura circa 15 minuti. Viene effettuato in anestesia regionale (solo del piede) e in regime di Day Hospital.
Dopo l'intervento, il paziente può deambulare da subito, con l'ausilio di una scarpa ortopedica. Al piede è presente un bendaggio elastico da rinnovare settimanalmente in ambulatorio per il primo mese. Dopo 30/40 giorni il paziente è in grado di riprendere tutte le attività abituali.
METATARSALGIA
Con il termine METATARSALGIA si intende il dolore vivo e persistente nella parte anteriore della pianta del piede, in corrispondenza delle teste dei metatarsali. Si presenta con callosità plantari dolorose e spessi si associa ad altre deformità quali alluce valgo e dita a martello.
Quando il trattamento ortesico con plantari su misura non è sufficiente, bisogna agire attraverso l'intervento chirurgico. Sempre con l'apposito strumentario, si procede tramite un piccolo foro alla osteotomia (taglio) del metatarsale nella sua porzione distale. Non vi è bisognodi fissare la frattura con alcuna vite: il carico concesso nell'immediato post operatorio consente una guarigione dell'osso nella corretta posizione, eliminando per sempre il sovraccarico funzionale persistente. Anche in questo caso è necessario un periodo di circa 30/40 gg con apposita scarpa ortopedica e bendaggio funzionale da rinnovare settimanalmente in ambulatorio.
DITA A MARTELLO
E' una deformità che interessa il 2°/3°/4° dito del piede che assume un aspetto curvo o ad artiglio, con presenza di vistose e dolorose callosità dorsali. La causa è uno squilibrio tra piccoli muscoli del piede.
A seconda della gravità è possibile effettuare diversi tempi chirurgici, sempre per via mini-invasiva:
- sezione dei tendini retratti
- rimodellamento delle salienze osse anomale
- osteotomie delle falangi allo scopo di riallinearle
L'intervento dura pochi minuti in regime di Day Hospital e anche in questo caso la deambulazione è quasi immediata, sempre con apposita scarpa e bendaggio funzionale per il primo mese.
FASCITE PLANTARE
La Fascite Plantare è un dolore persistente al carico in regione plantare in corrispondenza del calcagno. In alcuni casi lo sperone calcaneare si presenta in regione posteriore, dove crea dolore e conflitto a livello del tendine d'achille.
Si interviene chirurgicamente quando le terapie conservatrici quali onde d'urto, stretching e plantari, non hanno avuto successo; in questo caso si effettua un piccolo foro plantare nel distacco della fascia e si asporta la spina calcaneare. L'intervento è effettuato in Day Hospital e il paziente dovrà portare le stampelle per 15 giorni.
CHIRURGIA PROTESICA DI ANCA
La protesi dell’anca è la risposta all’artrosi che sempre più colpisce pazienti provocando difficoltà nella deambulazione, dolore e perdita di autonomia.
In più la protesi dell’anca restituisce la mobilità, la capacità di deambulazione e toglie il dolore in pazienti giovani affetti da malformazioni dell’anca o da esiti di fratture.
L’obbiettivo è ottimizzare la funzionalità, recuperare precocemente la funzione e cercare la massima sopravvivenza dell’impianto.
Il successo dell’intervento dipende dall’applicazione di tecnologie avanzate, dalla precisione delle tecniche chirurgiche e dalla ricerca di una mini invasività volta al rispetto dei tessuti, del osso e della biologia del paziente.
Quale protesi per quale paziente?
Oggi è possibile personalizzare l’impianto protesico sulla scorta delle richieste funzionali, dell’età e dell’anatomia del paziente.
Ad ogni paziente la protesi più adatta.
INFO GENERALI SULLA PROTESI DELL'ANCA |
MATERIALI USATI PER LA PROTESI |
VIA D'ACCESSO ANTERIORE ALL'ANCA |
IL COTILE A DOPPIA ARTICOLARITA' |
CHIRURGIA PROTESICA DI GINOCCHIO
Il successo di un’artroprotesi di ginocchio si misura in base alla capacità del paziente di tornare a condurre un tipo di vita che la degenerazione, la deformità o la malattia avevano reso impossibile.
L’eliminazione del dolore rappresenta il primo obbiettivo, anche se per la maggior parte delle persone, questo non è sufficiente.
I pazienti desiderano tornare a vivere la propria vita senza limitazioni e a praticare le attività più comuni.
Le protesi di ginocchio hanno ormai oltre 30 anni di esperienza e hanno subito nel tempo numerosi piccoli cambiamenti nel disegno e nei materiali che ci hanno permesso di migliorare i risultati ripristinando la funzionalità articolare e la sicurezza del movimento, aumentano la durata del impianto protesico.
Oggi è possibile nei pazienti più giovani ritardare la sostituzione totale di ginocchio attraverso la sostituzione parziale di uno o due compartimenti.
INFO GENERALI SULLA PROTESICA DI GINOCCHIO |
INFO SULLE FATTURE PERIPROTESICHE |
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Traumatologia: patologia del callo osseo Dott. Andrea Rossi
Che cos’è la pseudoartrosi? La pseudoartrosi è il quadro clinico e radiologico di una frattura che non guarisce. Come contribuire dunque a riattivare un processo osteogenetico in un osso che sembra aver esaurito le proprie risorse? Per permettere la guarigione ossea sono necessari:
In pratica... Oltre a conferire maggiore stabilità alla sintesi (eventuale sostituzione), utilizziamo come materiale osteoinduttivo (cioè che favorisce la crescita ossea) il DBM. Esso è una miscela di matrice ossea demineralizzata da donatore umano immersa in un carrier biocompatibile (sodio jaluronato) completamente riabitata da osso ospite in un tempo di 4-6 mesi. Per saperne di più |
VIA ANTERIORE MINI INVASIVA ALL'ANCA
La via d’accesso diretta anteriore consente un approccio all’anca con rispetto massimo dei tessuti, grazie alla riduzione delle dimensioni di accessi chirurgici standard.
I vantaggi sono molteplici:
- risparmio anatomico
- minor perdite ematiche
- minor dolore
- più rapida ripresa funzionale
- minor dolore
- più rapida ripresa funzionale
- minor rischio di lussazioni
- miglior risultato estetico
Durante l'intervento chirurgico è possibile eseguire controlli radiografici per ridurre drasticamente il rischio di dismetrie (allungamento/accorciamento dell'arto operato) e verificare il corretto posizionamento della protesi.
VIA DI ACCESSO ANTERIORE ALL'ANCA BIKINI LINE
E' possibile eseguire l'incisione chirurgica in corrispondenza della piega inguinale, rendendo la cicatrice praticamente invisibile.