La chirurgia mini invasiva del piede
La chirurgia mini-invasiva del piede, nasce nei primi anni 90 negli Stati Uniti. Rapidamente si diffonde in Europa, soprattutto grazie al contributo scientifico del Dott. De Prado.
La chirurgia mini-invasiva del piede permette la correzione di deformità e disturbi di avampiede e retropiede, effettuando solo piccoli forellini di circa 2-3 mm, senza le classiche incisioni chirurgiche. Si avvale di uno strumentario dedicato e del supporto della radioscopia intraoperatoria.
I vantaggi di sottoporsi a questa pratica sono molteplici:
- netta riduzione del dolore post-operatorio
- cicatrice chirurgica puntiforme
- recupero precoce della deambulazione
- ridotti tempi chirurgici
- minore rischio di complicanze post operatorie rispetto alle tecniche convenzionali
E’ indicata per pazienti che soffrono di :
- alluce valgo
- metatarsalgia
- dita en griffe
- neuroma di Morton
- bounionette
- sperone calcaneare e fascite plantare
- conflitto calcaneo-achilleo
Vediamo nello specifico alcuni casi
Alluce Valgo

ALLUCE VALGO
L’alluce valgo è una deformità assai comune, caratterizzata da deviazione dell’alluce verso l’esterno con importante tumefazione della articolazione metatarso-falangea.
Causa dolore e conflitto con le calzature, con difficoltà alla deambulazione nei casi più gravi. Le cause sono spesso genetiche e costituzionali e sono accentuate dall’utilizzo di calzature scorrette (tacco alto e punta stretta). E’ maggiormente colpita la popolazione femminile oltre i 40anni.
Con apposite frese del diametro di pochi mm si procede all’asportazione dell’esostosi mediale (la cosiddetta cipolla) e si procede poi ad adeguate osteotomie correttive, cioè a tagliare l’osso per correggere la posizione. Non è necessaria la fissazione con mezzi metallici, quali viti o cambre, per la stabilità intrinseca di queste sezioni ossee.
Grazie alla chirurgia mini invasiva la correzione viene effettuata attraverso 2 o 3 fori di circa 2mm e l’intervento dura circa 15 minuti. Viene effettuato in anestesia regionale (solo del piede) e in regime di Day Hospital.
Dopo l’intervento, il paziente può deambulare da subito, con l’ausilio di una scarpa ortopedica. Al piede è presente un bendaggio elastico da rinnovare settimanalmente in ambulatorio per il primo mese. Dopo 30/40 giorni il paziente è in grado di riprendere tutte le attività abituali.
Metatarsalgia

Metatarsalgia
Con il termine METATARSALGIA si intende il dolore vivo e persistente nella parte anteriore della pianta del piede, in corrispondenza delle teste dei metatarsali. Si presenta con callosità plantari dolorose e spessi si associa ad altre deformità quali alluce valgo e dita a martello.
Quando il trattamento ortesico con plantari su misura non è sufficiente, bisogna agire attraverso l’intervento chirurgico. Sempre con l’apposito strumentario, si procede tramite un piccolo foro alla osteotomia (taglio) del metatarsale nella sua porzione distale. Non vi è bisognodi fissare la frattura con alcuna vite: il carico concesso nell’immediato post operatorio consente una guarigione dell’osso nella corretta posizione, eliminando per sempre il sovraccarico funzionale persistente. Anche in questo caso è necessario un periodo di circa 30/40 gg con apposita scarpa ortopedica e bendaggio funzionale da rinnovare settimanalmente in ambulatorio.
Dita a martello

Dita a martello
E’ una deformità che interessa il 2°/3°/4° dito del piede che assume un aspetto curvo o ad artiglio, con presenza di vistose e dolorose callosità dorsali. La causa è uno squilibrio tra piccoli muscoli del piede.
A seconda della gravità è possibile effettuare diversi tempi chirurgici, sempre per via mini-invasiva:
- sezione dei tendini retratti
- rimodellamento delle salienze osse anomale
- osteotomie delle falangi allo scopo di riallinearle
L’intervento dura pochi minuti in regime di Day Hospital e anche in questo caso la deambulazione è quasi immediata, sempre con apposita scarpa e bendaggio funzionale per il primo mese.
Fascite Plantare

Fascite Plantare
La Fascite Plantare è un dolore persistente al carico in regione plantare in corrispondenza del calcagno. In alcuni casi lo sperone calcaneare si presenta in regione posteriore, dove crea dolore e conflitto a livello del tendine d’achille.
Si interviene chirurgicamente quando le terapie conservatrici quali onde d’urto, stretching e plantari, non hanno avuto successo; in questo caso si effettua un piccolo foro plantare nel distacco della fascia e si asporta la spina calcaneare. L’intervento è effettuato in Day Hospital e il paziente dovrà portare le stampelle per 15 giorni.